Star Wars: la massima espressione del cinema secondo me (prima che lo rovinassero…)

– “Luke, aiutami. Toglimi la maschera.”
– “Ma morirai!”
– “Niente può impedirlo, ormai. Per una sola volta… Lascia che ti guardi con i miei veri occhi.

Ora va, figlio mio. Lasciami.”
– “No… Ti porto con me. Non ti lascerò qui. Devo salvarti.
– “L’hai già fatto, Luke. Avevi ragione. Avevi ragione nei miei riguardi. Dì a tua sorella… Che avevi ragione.”

Anakin morente e Luke, Il ritorno dello Jedi

Ricordo ancora la prima volta che ho visto la saga di Star Wars, dovevo avere circa 8 anni. Fortunatamente, non usando ancora molto internet o Youtube, sono riuscito a non farmi spoilerare niente, godendomi appieno i vari colpi di scena di film in film. Così, in poco tempo, quell’universo ambientato “tanto tempo fa in una galassia lontana lontana” è entrato di forza (ci sta bene come parola in questo caso…) nella mia immaginazione, per restarci fino ad oggi.

In un decennio circa da quel felice periodo a questa parte, ho avuto modo di approfondire il significato e il messaggio delle varie scene grazie alle teorie e curiosità che trovavo qua e là. Molto ho scoperto, ma soprattutto ogni minuto passato ad informarmi al riguardo ribadiva quella sensazione già provata all’inizio: si trattava in assoluto dell’opera d’arte che avessi apprezzato di più.

Il motivo era semplice, c’era tutto. Tutto ciò che potessi desiderare in un film era in quei 6 (all’inizio) che stavo analizzando.

Per prima cosa, oltre ad essere fatti oggettivamente bene (soprattutto i primi due usciti), sono un mix fra fantasy e fantascienza, i miei generi preferiti, e che proprio in virtù di Star Wars lo sono diventati ancora di più, arrivando a raccogliere anche altri film e libri letti successivamente. Più recentemente, questa passione si è concretizzata nel gruppo sportivo di cui faccio parte e nel giocare a d&d. Pianeti dai paesaggi mozzafiato, alieni, spade laser, astronavi, poteri misteriosi, sono solo alcuni degli elementi individuabili tutti insieme nel mondo immaginato da Lucas, e hanno in comune la capacità di farmi impazzire.

Poi, abbiamo elementi spirituali che fanno da sfondo alle varie vicende, soprattutto quello mistico della Forza, fonte di potere e di scopo per i vari personaggi. Non solo però, poiché vengono indagati anche temi come l’amore, l’amicizia, il tradimento, la redenzione, ecc., attraverso l’indagine psicologica delle varie creature, umani e non. Un’attenzione che susciterà interesse in me soprattutto più avanti, quando incomincerò a leggere di psicologia.

Ma la tematica centrale, in posizione principale rispetto a tutte le altre, è sicuramente quella del bene contro il male. Dicotomia che si traduce nella lotta lunga millenni fra i jedi, che rappresentano o dovrebbero rappresentare il bene ed il volere della forza (ovvero l’equilibrio fra le varie creature a beneficio di tutte), e i sith, i quali invece, coltivando gli aspetti più negativi della loro natura, usano la forza a loro piacimento per compiere il male. Anche qui, questa battaglia viene però combattuta su più fronti, un’altro dei quali è quello politico (ad esempio ribelli vs impero. Quindi, posso affermare che anche Star wars mi abbia aiutato a voler migliorare la mia vita, a “diventare un jedi” per così dire.

Un’ulteriore caratteristica su cui mi vorrei soffermare è quella dell’epicità. Personaggi come Luke Skywalker o Obi-Wan Kenobi la mostrano sicuramente, nei combattimenti, nelle gesta, nelle parole… dai miei approfondimenti in merito si evince che essa non sia solo qualcosa di affascinante, ma, per come la intendo in questo paragrafo, un vero e proprio bisogno umano, oggi purtroppo non più soddisfatto come un tempo (in alcuni regimi totalitari del passato, per quanto sbagliati, si sentiva di più la sua presenza). È proprio questa seta di narrazione nella nostra vita e di imprese eroiche che ci spinge a guardare film avvincenti di questo tipo, e a sognare… il tutto viene poi ulteriormente enfatizzato dalla musica, tanto suggestiva che a volte mi capita di ascoltare brani musicali come Duel of fathes nel tempo perso, come se fossero canzoni.

Infine, l’ironia. Un’ironia sottile, non esagerata, in grado di strappare un sorriso benevolo allo spettatore, e di riuscire veramente a sottolineare la realtà attraverso la sua dissimulazione, che poi è il suo scopo. La saga è perciò un esempio primitivo di metamodernismo nel cinema, in grado di coniugare tale tecnica con la serietà di molte scene, anche se le prime tre pellicole appartengono storicamente ancora al postmodernismo.

Purtroppo, con il passare del tempo, sono usciti anche i nuovi film della nuova triologia Disney, e mentre all’inizio ne ero entusiasta, una volta visti mi sono dovuto ricredere…

Quasi ogni caratteristica descritta prima, che rendeva star wars così eccezionale ai miei occhi, era sparita. Al posto, una trama disconnessa, ripetitiva, criticata praticamente da tutti gli esperti si svolgeva sullo schermo. Gli stessi elementi definiti prima “spirituali” venivano indagati in maniera spicciola, e la Forza da una prospettiva più “cristiana” (l’imperatore risorto può essere visto come satana, il male incarnato, secondo un articolo che avevo letto) che “orientale” come nei primi film (dove invece il lato oscuro è visto come una manifestazione della forza, presente in ogni essere vivente, da accettare ma non coltivare), e sono tutti pervarsi da una versione sciocca e onnipresente dell’ironia di cui ho parlato precedentemente.

Soprattutto, però, pare che topolino & company si sia divertita a distruggere completamente i personaggi tanto iconici che i fan adoravano: Luke, dopo aver fallito nel ricostruire il nuovo ordine jedi, è diventato un barbone in esilio, la vita Han e Leila è stata distrutta dalla scelta di loro figlio di abbracciare il lato oscuro, e si sono separati, uno riprendendo a fare il contrabbandiere, e l’altra a gestire la resistenza contro il Primo Ordine, lontana dagli interessi della Nuova Repubblica che lei stessa ha contribuito a fondare. Al posto, i nuovi protagonisti sembrano così sconosciuti, e degni solo di una percentuale infinitesimale dell’importanza che i fan assegnavano ai tre dell’Ave Maria.

Attenzione però, non sto dicendo che le ultime opere di Star Wars siano tutte da buttare. Infatti, ad esempio Rogue One e le due stagioni finora uscite di The Mandalorian sembrano riportare in vita lo spirito più puro del franchising, come l’apprezzamento di molti appassionati suggerisce. L’arrivo di Luke sulla nave dell’impero dove il Mandaloriano e Grogu stavano per essere uccisi, anche se il mio jedi preferito è stato riprodotto con una CGI che fa ridere, mi ha fatto riprovare sensazioni simili a quelle sperimentate duarante il mio primo approccio alla saga. Da brividi! Anche se poi, troppo contenti di come stava andando, i produttori hanno deciso di inserire in quella nuova serie già non proprio apprezzata, ovvero The book of Boba Fett, una puntata in cui si vede Luke che tenta di addestrare “baby Yoda” con metodi ancora propri del vecchio ordine jedi. È anche preoccupato che il suo attaccamento al Mandaloriano possa farlo cadere nel lato oscuro, portando avanti la convinzione arretrata che sia necessario per un jedi distaccarsi da tutto. Si è forse dimenticato di quanto appreso soprattutto in episodio V e VI?

Se Luke è a pieno titolo il personaggio che vorrei in ogni film è proprio perché fin dall’inizio ha sfidato gli insegnamenti dei suoi maestri, portando avanti la convinzione che i jedi debbano rinascere consapevoli di poter, e dover, amare davvero, in tutte le sue sfaccettature. Con questo non intendo affatto la degenerazione dei sentimenti provati da Anakin verso Padmé, causa della distruzione del vecchio ordine, il quale ha fallito proprio per non aver saputo allenare i suoi cavalieri a distinguere i due sentimenti, uno allineato con il lato chiaro della Forza, e l’altro con quello oscuro. Non a caso molti jedi dei prequel appaiono come bigotti e distaccati da chi proteggono, ormai pedine controllate dalla Vecchia Repubblica ( e in questa situazione un certo sith ci ha sguazzato, portando alla nascita dell’impero).

Nulla di strano però, il materiale già uscito e futuro rientrerà alla fine nel grande canone. Vuol dire che ogni materiale della Disney con su scritto Star Wars fa parte di una precisa cronologia, in cui ogni evento porta a quello successivo (perché l’impero vuole un essere tanto potente nella Forza come Grogu in The Mandalorian? Per poter realizzare cloni sensibili ad essa, come anni dopo sarà Snoke, ovvio). “Tutto procede secondo i miei piani” direbbe Palpatine. Peccato che anche così non tutto si incastra alla perfezione… (per dirne uno, a quanto pare Darth Vader sapeva del piano di resurrezione del suo maestro sith, perché non dirlo a Luke, evitando spiacevoli inconveniente tipo il fallimento della vita si suo figlio?). Soprattutto, non è la cosa migliore per un franchising di queste dimensioni. Come ho già detto, non tutte le “ciambelle stellari” provenienti dagli studi del grande Walt escono con il buco… se poi aggiungiamo che ogni fan ha gusti anche solo leggermente differenti e ognuno dovrebbe spendere molto tempo, e molti soldi, per aggiornarsi sui nuovi materiali ambientate nella Galassia, ecco una grande verità: non possono far contenti tutti, sia per motivi oggettivi che soggettivi.

Cosa dovrebbe fare dunque, il fan sfegatato ma molto probabilmente deluso? Qui arriva il bello.

Se potessi creerei un canone tutto mio, cercando di riportare fedelmente cosa è stata questa fantasia meravigliosa che mi ha accompagnato nella mia crescita, sperando che valga lo stesso anche per gli altri, un po’ come faccio con questo blog.

Signori e signore, dimenticate il canone uffiiciale di Star Wars, e salutate il vostro canone. L’unico modo affinché star wars possa rimanere quello che è stato personalmente per noi fan. Per me, Luke va a prendere Grogu ma dopo riesce effettivamente a rifondare l’ordine in maniera efficiente ed innovativa. Sempre per me, nonostante tutte le difficoltà che incontreranno nel rifondare la Nuova Repubblica e nel crescere dei figli jedi, addestrati dallo zio, rimarranno insieme. Sono sicuro che per voi non sarà proprio così, ma in qualche modo simile: i fan sono tutti diversi, ma tutti fan dello stesso universo. Certo così magari non si incastrarà tutto perfettamente come vuole la compagnia che ha cercato di monopolizzare il canone, ma ne vale la pena. Se immaginate qualcosa che vorreste sia veramente Star Wars perché ha lo stesso sapore di ciò che vi ha emozionato precedentemente, o magari riuscirete a farlo conoscere, magari realizzando uno di quei cortometraggi fan-made su Youtube, allora per voi è canone. Questo può includere anche qualcosa che ha fatto la Disney, se lo volete. Tanto, per dirla proprio con le parole di un ideatore dei nuovi contenuti, “è tutto falso”, trattandosi di finzione, quindi chiunque può scegliere la propria versione dei fatti senza che una sia intrinsicamente migliore dell’altra.

Come concludere questo articolo relativamente lungo, confidando nel fatto di avervi colpito, che siate dei fan o meno? Magari riportandovi all’ inizio, sia di ciò che avete letto che della mia passione espressa in esso. Tutto si può sintetizzare così, nel volto di Anakin redento, che sorride guardando suo figlio, dopo essersi sacrificato per lui, e un bambino, che fissa lo schermo dove ciò che lui non credeva mai sarebbe successo sta accadendo. Quello che ho provato in quel momento, quei pensieri, la meraviglia e il fascino, questo è Star Wars per me.


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