Singapore (luglio 2018) + stile solarpunk

Chi di voi ha letto altri articoli sui viaggi di questo sito, noterà la ricorrenza di un certo focus sull’urbanistica del luogo visitato, ancor più che sulla sua cultura o ambiente naturale. Tralasciando per un attimo la compagnia, in grado di rendere un ricordo del genere positivo ai miei occhi molto più di altro, gli elementi antropici sono ciò che attira la maggior parte della mia attenzione in un posto sconosciuto. Non sorprende quindi che alcuni dei miei viaggi migliori si siano svolti in città moderne e parchi divertimento (dove è tutto modellato per rendere la realtà simile ad un sogno), o sulle bellissime navi da crociera. Ho già detto di quanto vorrei andare a Dubai, ma anche qualche giorno ai parchi di Orlando in Florida non mi dispiacerebbe…

Rimanendo nella prima categoria, c’è una meta in cui ho fatto scalo qualche giorno durante una vacanza a luglio del 2018, e lì le architetture sono semplicemente straordinarie. Si tratta di Singapore, isola città-stato a sud della Malesia con clima tropicale e popolazione multietnica, che mi aveva da tempo incuriosito per le sue strutture futuristiche, alcune caratterizzate da uno stile particolare…vedrete!

Partiamo dal Merlion Park, che prende il nome dalla statua-fontana metà pesce metà leone situauta al centro, dove si può godere la vista della città dal mare.

Spostandoci lungo la costa, ecco tre grattacieli che sembrano sorreggerne un quarto posto in orizzontale: è il Marina Bay Sands, uno splendido hotel dove ho avuto l’occasione di dormire una notte. Solo per citare una delle sue meraviglie, pensate che all’ultimo piano è presente una piscina con una parete di vetro affacciata sulla cima degli altri edifici. Fare il bagno lì dava la stessa sensazione di nuotare sopra i grattacieli!

L’hotel visto da… insoliti rami viola. Un’altra stranezza del posto? Esatto! E tra poco ne parlerò
… e visto di notte.

Dalle immagini mostrate potrete notare che qua c’è molta natura, soprattutto nei Gardens by the Bay, un grande giardino posto vicino all’hotel. Addentrandovi fra i suoi numerosi alberi vi imbatterete in una curiosa statua, un neonato enorme sospeso in mezzo alla flora.

Forse un simbolo? Forse di una nuova umanità tornata ad identificarsi con la Terra che lo ha generato? Sinceramente non lo so, e pare non ci siano molte informazioni su di essa, ma questa interpretazione si allaccia benissimo con il resto che vi farò vedere.

Aspetta, dove siamo finiti? Su Pandora di Avatar? No, siamo sempre nello stesso giardino a Singapore. Questi sono i Supertree Grove, in grado di assorbire acqua piovana e produrre elettricità attraverso pannelli solari, proprio come dei veri alberi. Grazie a queste e ad altre tecnologie che contengono riescono a gestire autonomamente parte della vegetazione presente.

E hanno anche un sistema di illuminazione attivo di notte, come si vede in questa foto di buona parte dei Gardens.

L’idea geniale dietro a queste strutture riguarda da vicino il metamodernismo e le filosofie ecologiste e olistiche associate, e concretizzate nello stile definito solarpunk, per molti aspetti antitetico al suo equivalente postmodernista degli anni 80 cyberpunk, orientato ad un avvenire sempre ultra tecnologico ma distopico. Il solarpunk invece immagina un futuro protopico (sempre migliore, senza la perfezione statica dell’utopia) in cui i problemi che affliggono la società sono stati risolti, grazie anche ad un rapporto umanità-pianeta di gran lunga migliore. Ciò si traduce in ambito architettonico nella realizzazione di green cities ed edifici ecostenibili in virtù anche delle tecnologie all’avanguardia utilizzate, esattamente come per alcuni di Singapore.

Oltre a numerosi altri edifici solarpunk, sull’isola troverete anche un ponte a forma di elica del DNA, una riserva faunistica con uccelli di ogni colore e forma. Da non perdere gli spettacoli di luce e acqua organizzati in alcuni periodi dell’anno verso la sera.

Bello, eh?

Insomma, andateci! Soprattutto se volete vivere l’esperienza di stare su un altro pianeta (magari uno superabitabile, con più ossigeno e quindi ricco di forme di vita, spesso più grandi e maestose delle terrestri), o magari di vivere in un’epoca futura migliore.


Commenti

Una risposta a “Singapore (luglio 2018) + stile solarpunk”

  1. […] crede in una realizzazione graduale e ponderata di un futuro tanto high-tech, molto più protopica che […]

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