SBNR e panenteismo, la spiritualità delle nuove generazioni

Sapete, da quando ero bambino la sfera spirituale dell’uomo mi affascina molto, poi crescendo sono arrivato a farmi idee sempre più precise al riguardo. Proporvele e collegarle al contesto dell’attuale periodo storico sarà lo scopo dell’articolo. Una piccola anticipazione: c’entra il metamodernismo (quando mai…)

Il concetto di spiritualità, per prima cosa, può essere inteso in due modi: uno c’entra maggiormente con lo scopo e il significato che ognuno attribuisce alla propria vita, l’altro alle proprie convinzioni metafisiche. Entrambe contribuiscono al nostro senso di appartenenza a qualcosa di più grande di noi stessi, e, come ci insegna il fenomeno recente della spiritualità secolare, l’elemento esoterico non è necessario per definirsi spirituali. C’è infatti chi trova questo sentimento di connessione semplicemente nei rapporti umani o nella bellezza della natura (il fan club del rapporto aureo è ampio*).

Anch’io l’ho sempre trovata nelle relazioni sociali, compresa la sua componente ideale rappresentata nei film, e nelle esperienze affini al romanticismo del sublime e dell’infinito. Non da meno l’armonia dell’universo (1.618… mi sembra fosse*). Questo fa di me uno spirituale secolare? Non penso. Perché oltre a tutto ciò credo anche in una componente molto più fideistica e speculativa.

Fino a 11 anni circa sono stato educato al cattolicesimo, quindi catechismo e sacramenti vari, e verso quell’età lì ero diventato anche abbastanza convinto di tutto ciò. Poco dopo ho incominciato a farmi delle domande, mettendo in discussione la religione a cui i miei genitori, anche se non proprio credenti modello, avevano cercato di avviarmi. Così sono arrivato ad abbracciare una visione piuttosto materialista della realtà, che ho mantenuto per anni. Da notare però che ogni tanto, con grande coerenza di ideali, mi capitava di rivolgermi a chissà chi ringraziando per qualcosa o pregando di farne succedere altre, sopratutto in momenti difficili.

Era come se mancasse qualcosa, quindi. Una volta conosciuto il metamodernismo e le varie forme di spiritualità susseguitesi nel corso del tempo tutto sarebbe stato più chiaro. Avrei trovato quello che cercavo nelle ultime tendenze al riguardo.

L’era postmoderna porta con sè novità filosofiche e culturali che si realizzano dal punto di vista spirituale nel fenomeno SBNR (spiritual but not religious), come definito dalla studiosa Linda C. Ceriello. Gli SBNR non sono affiliati a nessuna religione, enfatizzando la ricerca e le convinzioni personali, anche se molti condividono credenze simili, personalizzate in base alla proprie esigenze e fede.

Le convinzioni in comune messe più in risalto derivano da una fusione tra alcuni dogmi di religioni occidentali e visioni puramente orientali. Molti credono in un dio buono (chiaramente influenzati dalla visione positiva dell’universo di ispirazione metamoderna), anche se sottoforma di energia che pervade tutto l’universo, e in un sistema di ricompensa affine al karma che guida i defunti verso vite via via sempre migliore in base ai loro meriti, attraverso la reincarnazione.

Trovo che questa visione sia favolosa, oltre che coerente, infatti un difetto che ho trovato nel cristianesimo è che la possibilità delle persone di essere salvate si esaurisca in una vita, e chi non ci riesce finisce in luogo orribile pieno di sofferenze (o anche solo lontano da Dio) in cui rimarrà in eterno. Coloro che vengono graziati invece si ritrovano in un altro posto dove la Sua presenza li irradia di beatitudine. Sinceramente l’idea di rimanere in eterno in questa specie di macchina di Nozick (che permetterebbe secondo il filosofo di provare per tutta la vita sensazioni piacevoli senza fare nient’altro) non mi sembra proprio un ideale di benessere umano. Un dio che tiene veramente agli umani, penso, li premierebbe, se se lo meritano, con una nuova vita migliore, poiché il bene di una persona consiste prima di tutto nel vivere, con tutti gli elementi importanti che derivano dall’esistere nel mondo.

Quale giustificazione filosofica ha questo? Finché rimane così potrebbe sembrare qualcosa di poco razionale… un’analisi più attenta però può darci alcune risposte.

Quest’idea SBNR di dio ha molto in comune con quella del panenteismo, una posizione teologica in grado di mettere insieme teismo (dio è fuori dal mondo, tipo quello cristiano) e panteismo (dio è il mondo) vedendolo come sia parte dell’universo sia esterno ad esso.

Una rappresentazione grafica del panenteismo

Ne consegue che dio non abbia tutti gli attributi conferiti di solito da una posizione teista, ad esempio non è onnipotente, perciò il famoso problema del male non si pone: egli cerca in ogni modo di fare il bene, ma la sua volontà si scontrerà sempre con l’impossibilità di compierlo appieno.

Tale posizione è stata sostenuta da molti filosofi, visto che riesce a prendere il meglio del teismo e del pantesimo. Personalmente trovo il panenteismo una buona soluzione ai difetti delle altre teologie, rendendo il concetto di un essere superiore meno misterioso e più vicino a noi.

Ma come si può esprimere una spiritualità del tipo descritto sopra? Molti SBNR si dedicano a pratiche come meditazione, camminate solitarie, preghiera… io di solito cerco di entrare in contatto con dio soprattutto attraverso la riflessione e la contemplazione del tutto. Inoltre scrivendo il mio diario giornaliero (un esercizio psicologico che molti consigliano) spesso è come se gli raccontassi la mia giornata, ringraziandolo delle cose belle successe (a volte devo proprio cercare a fondo) o pregandolo di fare il possibile perché avvenga qualcosa di bello, proprio come facevo inconsapevolmente da ateo.

Forse, arrivato fin qua, sono riuscito a catturare quella che è l’essenza di come alcuni di voi vedono la propria spiritualità, oltre ad aver delineato la mia. Se fosse così vi chiedo di cuore, prossima volta che guarderete il cielo stellato o abbraccerete una persona cara, cercando un collegamento con qualcosa di più grande, di ricordarvi di questo articolo.


Commenti

Una risposta a “SBNR e panenteismo, la spiritualità delle nuove generazioni”

  1. […] all’uomo. Non considera gli altri valori di cui la natura è portatrice, come la bellezza, la spiritualità, le risorse essenziali per il nostro sostentamento, la conoscenza, i benefici psicologici dovuti […]

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