Islanda (27 giugno – 6 luglio 2016)

Prima di parlarvi di questa meta fantastica (nel vero senso della parola) vi racconterò un aneddoto rilevante per quanto riguarda il mio rapporto con i viaggi. Spesso quando parlo agli altri dei posti dove sono stato, e in quanti, dopo la loro ricorrente faccia incuriosita e stupita mi sento dire che ne parlo come se fossi andato, che ne so, a fare la spesa o qualcos’altro di consueto e poco emozionante ( “chi ha il pane non ha i denti” cit. una mia amica mentre le parlavo di questo). Recentemente mi sono domandato quale fosse il motivo per cui non descrivo certe esperienze come gli altri si aspetterebbero, che in verità non mi fosse mai piaciuto viaggiare? La risposta era importante anche perché dovevo decidere se includere una sezione di questo blog dedicato appunto ai viaggi, come molti mi avevano consigliato trovando questo argomento interessante. Sono arrivato alla conclusione che in realtà io abbia apprezzato visitare il mondo, ma avrei preferito farlo con altre persone che non fossero solo i miei genitori, a conferma di ciò i viaggi migliori che ricordo non si misurano in distanze che ho percorso per arrivarci o per il continente in cui sono sceso dall’aereo, ma nella compagnia che ho avuto: ho preferito girare per Torino con un amico che non vedevo da tanto tempo che fare snorkeling a Sharm El Sheikh in Egitto nel Mar Rosso. Quindi, lunga vita al mio girare il mondo, sperando di avere spesso persone fidate che mi accompagnino!

Dopo questa considerazione, possiamo passare alla meta dell’articolo. Fortunatamente durante la mia permanenza lì mi era partito il ghiribizzo di scrivere un mezzo diario di viaggio, con tanto di mappa degli spostamenti e disegni (brutti) fatti da me per illustrare il paesaggio, il che mi è stato molto utile per scrivere le cose che leggerete a breve

La mappa del viaggio

Il primo giorno all’arrivo sono rimasto affascinato dalla parvenza del territorio islandese, che nel diario descrivo come “roccioso, privo di vegetazione eccetto modeste quantità d’erba e di alberi, poco abitato e quindi ricco di paesaggi”. Ho anche notato più tardi un fenomeno curioso, il fatto che vista la posizione dell’isola a nord del globo in estate lì la notte duri solo qualche ora, vedere il sole a mezzanotte è stato così affascinante! Il secondo giorno, dopo aver conosciuto la guida siamo partiti verso il lago Kleifarvatn (i nomi sono alquanto strani) ad ammirare le sorgenti termali e solforose presenti in quella zona, che mi diedero l’impressione di stare su un altro pianeta o sulla Terra primordiale.

Sorgenti di Kleifarvatn

Poi ci siamo recati vicino alle coste del lago Thingvallavatn a passeggiare in mezzo alla spaccatura nella crosta causata dal movimento della placca eurasiatica contro quella americana che si allontanano in quel punto allungando lentamente l’isola, una vera e propria forza della natura, impressionante a vedersi.

Spaccatura a Thingvallavatn

Il terzo giorno, a Geysir, città famosa per gli omonimi fenomeni geotermici che la caratterizzano, ho potuto ammirare gli altissimi spruzzi d’acqua, un’esperienza davvero sublime.

Un geyser

il quarto giorno abbiamo camminato attorno alle formazioni di pseudo-crateri di Mývatn…

Pseudo-crateri (Mývatn)

…e ai vicini “castelli neri”, formazioni rocciose simili a torri. Il Signore degli Anelli, spostati!

“Castelli neri” (vicino Mývatn)

Il sesto giorno ho visitato la caldera di Víti, vulcano collassato dopo un’eruzione violenta.

Caldera di Víti

Il settimo giorno a Jökulsàrlòn ci ha aspettato un’escursione in mezzo anfibio tra gli iceberg galleggianti della laguna generatori dallo scioglimento di una lingua dell’enorme ghiacciaio Vatnajokull.

Laguna di Jökulsàrlòn

L’ottavo giorno abbiamo ammirato il vulcano Hekla:

Un disegno del monte Hekla realizzato sul diario di viaggio (non fatto benissimo…)

Il decimo giorno, prima della partenza, ho scritto questo nell’ultima pagina del diario: “Tante cose ho imparato durante questo viaggio, non solo nell’ambito geologico e storico del paese, ma anche in quello degli usi e costumi del popolo islandese. Soprattutto, però, ho visto molto e visitato altrettanto.”

Della cultura non ricordo molto. Durante il viaggio ho scoperto che la cucina islandese è a base soprattutto di zuppa, avendone mangiata praticamente in ogni ristorante in cui siamo andati fino alla nausea 😀 . La loro storia rammento essere quella di un popolo di origine vichinga. Un episodio che mi ha emozionato molto in questo viaggio è stato osservare due cuccioli di volpi artiche giocare fra loro vicino al nostro albergo.

Mi auguro che questa meta vi abbia suscitato interesse e voglia di visitarla anche voi, la raccomando soprattutto per coloro che come me apprezzano i mondi fantasy e fantascientifici, perché sembra proprio di visitarne uno!


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