Šîñëşțĕśīå

Dicono
che la vita sia breve
se cerchi di vedere
oltre la vista
troppo corta
per chi vuol sentire
più della sua carne.
Dicono, e io ascolto,
ma mai quanto
odo ancora i ricordi:
il suo profumo
aveva il sapore
dell'eternità.

In La scrittura per me: rinascita? ho spiegato la difficile “storia” che ho avuto con la poesia come forma d’arte, tuttavia non ho escluso di tornare a scriverne qualcuna a tempo perso… e infatti questa estate sono riuscito a metterne su carta qualcun’altra. In particolare una breve composizione mi è rimasta impressa, probabilmente per la persona che mi ricorda. Fin da quando l’ho scritta qualche mese fa, relativamente di getto, ho pensato di dover farci qualcosa di più grande di quei tredici versi che la componevano.

Intanto sono rimasto affascinato dall’AI art e le sue numerose applicazioni, impiegandola anche in un video. Ecco l’idea di realizzare una video-poesia, ma questa volta non avrei utilizzato semplici immagini, bensì brevi video (adesso, fine 2022, siamo a questo livello, si prevede che fra un po’ chiunque potrà creare animazioni che manco negli studi della Pixar…)

Così è nato ciò che potete vedere di seguito. Il titolo, volutamente ambiguo, rimanda alla figura retorica principale della poesia, la sinestesia (associazione di due parole appartenenti a sfere sensoriali differenti), ampiamente presente nella letteratura del decadentismo, una sorta di revival del romanticismo circa mezzo secolo dopo, nella seconda metà del 1800, ancora più depresso e macabro.

I filosofi ispiratori del movimento credevano che non ci fosse distinzione fra le categorie del soggetto (es. noi che vediamo) e dell’oggetto (es. l’albero visto da noi), rendendo tutta realtà un continuum. Capite ora perché l’uso sfrenato di sinestesie che collegano varie parti del mondo percepito? (Es. “Vi sono profumi freschi come carni di bimbo” da “Corrispondenze” di Charles Baudelaire).

La visione del metamodernismo invece, al posto di vedere oggetto e soggetto come uguali o differenti, prende una posizione più complessa, sostenendo la presenza di un’interferenza fra le due categorie. Ovvero, esse si “incontrano in alcuni punti” mentre sono diversi in altri, proprio come le onde generate da due sassi buttati vicini fra loro in uno specchio d’acqua. Nel video ho cercato di rendere tale concetto, insieme a quello di “eterocronia”, la convinzione sempre metamodernista che il presente sia costituito dagli stessi elementi del passato e del futuro ripetuti.

Bene, dopo queste pillole di filosofia, vi auguro buona visione!


Commenti

2 risposte a “Šîñëşțĕśīå”

  1. […] metamodernismo, al fine di avere un tipo di comprensione della realtà che ritengo essenziale. Come quello precedente era basato su una particolare visione del tempo e del rapporto oggetto-soggetto, questo ci parla di […]

  2. […] quasi ugualmente, per il fatto di essere maiuscole. Anche sta volta, similmente a quanto fatto per Šîñëşțĕśīå, introduco un concetto con il suo nome scritto in modo da simboleggiarlo (cosa c’è di più […]

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