Cos’è il metamodernismo

“Metacosa???”, così ho immaginato la domanda che qualcuno di voi potesse farsi leggendo per la prima volta questo nome nell’ articolo del blog “perché Meta?” in cui ne ho già brevemente parlato, indicandola come la filosofia su cui si basa il sito. Questa volta vorrei riuscire a delucidarvi bene le idee al riguardo, perché è, come vedrete, un argomento veramente importante.

Le tre ere dell’ultimo secolo a questa parte

Partiamo quindi da una considerazione: pochi lo conoscono, soprattutto in Italia, nonostante sia imprescindibile per comprendere appieno il periodo in cui viviamo. Non c’è da stupirsi però, spesso è stato così nella storia. La piena consapevolezza di un’epoca si ha quando essa è già finita, quasi fosse un coltello che riesce a tagliare tutto tranne sé stesso.

Come viene schematizzato nell’immagine, negli ultimi 100 anni di epoche ce ne sono state tre, chiamate come le innovazione tecnologiche che più le caratterizzano: abbiamo l’età della radio, che va dalla fine del 1800 al 1945 circa, e presentava come filosofia predominante il modernismo (nato dalla spinta dell’industrializzazione e animato da una fede inestinguibile nel progresso), seguita dall’era della televisione, dal 1945 fino alla metà degli anni 80 o 90 secondo altre fonti, con il postmodernismo come pensiero caratteristico di questi anni (un abisso di scetticismo e nichilismo che andava a far fronte alle certezze moderniste), e per ultimo, dalla fine del secolo scorso fino ad oggi, l’era di internet, che presenta come nuovo paradigma, appunto, il metamodernismo.

Se ricordate “meta”, da cui prende il nome il blog, deriva da “metaxy” e indica una via di mezzo che oscilla fra due cose e le supera. Cosa si propone di bilanciare quindi, questa nuova corrente di pensiero? Proprio il modernismo e il postmodernismo. Così i due nemici storici che hanno fatto proprio della storia degli ultimi decenni il loro campo di battaglia finalmente si riconciliano per dare vita al mondo di oggi.

Così, anche se il metamodernismo ha radici fin da più di 30 anni fa, dal 2010 viene discusso in numerose pubblicazioni riguardanti ogni ambito della cultura umana, a partire dall’articolo Notes on metamodernism di due filosofi olandesi (già citato nell’articolo precedente della categoria Pensieri), che lo descrivono appunto come un’oscillazione fra i due poli opposti delle grandi strutture di pensiero precedenti. Pochi anni dopo verrà collegato ad un fenomeno in continua crescita anche oggi: la spiritualità SBNR (spiritual but not religious), la quale contiene tutte quelle credenze metafisiche nutrite in maniera personale e anti istituzionale da gran parte delle nuove generazioni, un po’ come la new age per l’era postmoderna (Ceriello, Linda C. “Toward a metamodern reading of spiritual but not religious mysticisms.” Being Spiritual but Not Religious. Routledge, 2018. 200-218.) Per quanto riguarda le arti, il più grande esempio di influenza metamoderna è dato dal neo-romanticismo sperimentato soprattutto nelle arti figurative ( come descritto sempre in Notes on metamodernism e in altri lavori più recenti), nelle quali il rapporto dell’uomo con il sublime e l’infinito viene rivisitato alla luce anche dei problemi di questo inizio 21° secolo. Inoltre, in particolar modo nei film degli ultimi anni (non è per essere di parte) si respira un’aria nuova, diversa dal cinismo e dell’ironia caratterizzante il cinema postmoderno, è la tendenza che i critici chiamano Nuova Sincerità, evidente soprattutto nella cinematografia di alcuni registi come Wes Anderson. Nel 2017 le pubblicazioni di due studiosi, sotto lo pseudonimo di Hanzi Freinacht, hanno ricondotto il metamodernismo ad una fase culturale e politica. Vi invito caldamente a visitare il loro blog, https://metamoderna.org, dove, fra l’altro, l’attuale concezione di stato democratico e liberale viene criticata a favore di un modello di “sinistra metamoderna”. L’ultimo lavoro di questo tipo che vorrei citare, e anche uno dei più recenti, è Metamodernism: The Future of Theory, che offre una risposta metamoderna a molti quesiti filosofici su cui l’umanità si interroga da secoli (Storm, Jason Ananda Josephson. Metamodernism: The Future of Theory. University of Chicago Press, 2021.)

Tutto ciò è solo una piccola parte dell’impegno accademico interessato a questa nuova corrente di pensiero sempre più travolgente, arrivata a definire intere generazioni di persone nate in questi anni. Fra tutti, anche un ragazzo del 2003 che in suo onore ha voluto chiamare il proprio blog Meta Me, e in cui ne parlerà molto.

Uno spettro si aggira per il mondo degli anni 2020, è lo spettro del metamodernismo.


Commenti

5 risposte a “Cos’è il metamodernismo”

  1. […] visione del metamodernismo invece, al posto di vedere oggetto e soggetto come uguali o differenti, prende una posizione più […]

  2. […] alcune persone mi avevano già consigliato di farlo, per poter parlare di un esempio famosissimo di metamodernismo applicato alla nostra cultura. Parlo dei meme, quei media umoristici in cui ci si può facilmente […]

  3. […] il primo da quando sono a Torino, ho voluto rendere un altro concetto fondamentale legato al metamodernismo, al fine di avere un tipo di comprensione della realtà che ritengo essenziale. Come quello […]

  4. […] Josephson-Storm nel suo recente libro Metamodernism: The future of theory, di cui si parla già in Cos’è il metamodernismo e da altre parti. Io ho voluto renderlo in un video di TikTok realizzato montando varie immagini […]

  5. […] Si tratta di guardare la scienza, la filosofia e l’arte di educare, come è stata definita la disciplina pedagogica, con una nuova ottica, già delineata approssimativamente dalla professoressa durante il corso del primo anno. Che poi le sue parole al riguardo fossero: “Se mai tutto ciò venisse in futuro applicato, voglio essere già tre metri sottoterra.” è un altro discorso…  Evidentemente lei aveva maturato le proprie idee quando la crisi della pedagogia novecentesca non era ancora arrivata a partorire un nuovo paradigma. […]

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