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Introduzione con video
Se esiste rimedio per una preoccupazione, perché scoraggiarsi? E se invece non v’è soluzione, perché abbattersi?
Śāntideva, filosofo buddhista
Una citazione simile viene riportata nel video, realizzato tramite intelligenza artificiale. Le figure mostrate appartengono a tempi, culture, correnti filosofiche diverse, eppure vengono tutte collegate dalla citazione, ispirata alla preghiera calvinista della serenità. Quale può essere, dunque, il loro minimo comune denominatore? La risposta è rintracciabile in una scuola di pensiero nata nel 300 a.C. ad Atene, per poi andare ad influenzare il pensiero occidentale e non solo. Stiamo parlando dello lo stoicismo.
Trattasi di uno fra i primi movimenti spirituali che ho incontrato nel mio cammino alla ricerca del benessere. Non a caso, vista la rilevanza ancora attuale del suo approccio etico all’esistenza, specialmente nella modalità di affrontarne alcune caratteristiche fondamentali e necessarie, per quanto dolorose.
Durante il periodo della quarantena, quando il futuro dinanzi a me si apriva a mille possibilità diverse, lessi un paio di libri fondamentali al riguardo. Solo recentemente, però, ho incominciato a capire veramente di dover applicare quanto scritto lì sopra. Perché avevo già incominciato a seguire una via abbastanza precisa, quindi ad incontrare i primi successi, e fallimenti. Mi struggevo per non essere riuscito ad eccellere nella misura desiderata. Per quanto la realtà non sia all’altezza dei sogni, come esprime il concetto romantico di sehnsucht, avevo qualcosa da perdere, d’altro canto. L’avrei perso, tutto, sicuramente, a causa dell’impermanenza che regola l’universo, la cui ultima dimostrazione a colpirci è la nostra stessa morte.
In preda a ragionamenti che forse non si confanno neanche troppo all’inizio, ancora, della vita (speriamo), ho deciso di rispolverarne la saggezza di quei testi. Un libro sulla corrente più moderna faceva al caso mio.
Letture sulla filosofia stoica dell’antichità
le Meditazioni di Marco Aurelio e il De brevitate vitae di Seneca furono le forme di letteratura al riguardo affrontate inizialmente. Entrambi scritti da seguaci romani della filosofia vissuti nei primi secoli dopo Cristo, rispettivamente l’imperatore chiamato “il Filosofo”, e un importante senatore nonché drammaturgo.
Quest’ultimo porta il lettore a riflettere sul tempo: quanto ne sprechiamo, per poi lamentarci di averne poco a disposizione! Invece dovrebbe essere trattato come un bene prezioso, proprio per la sua evidente finitezza. Investirlo responsabilmente in progetti veramente utili, evitare di rimurginare nel passato o crogiolare nell’ansia del futuro, sono i modi per farlo. Da qui ancora una volta il consiglio di portare l’attenzione al presente, l’unico frammento temporale nel quale possiamo agire ora. La brevità della vita, da cui il titolo, è relativa rispetto a come la si impiega.
Colui che governò l’impero garantendo un’epoca di giustizia e splendore scrisse la sua opera alla stregua di un diario personale. Fra le lezioni che si posso trarre dai numerosi pensieri riportati, una in particolare, nota a chi pratica la meditazione di consapevolezza, riguarda l’accettazione. Da non confondere con un atteggiamento passivo di sottomissione agli eventi, essa permette di non trasformare il dolore, inevitabile, in sofferenza, facoltativa. Difatti, un dialogo interiore negativo, l’attaccamento verso fattori esterni di cui si sovrastima l’importanza, e via dicendo, lo amplificano soltanto. Imparare a discernere, invece, fra ciò che non possiamo cambiare e viceversa, porta a vivere serenamente e migliorarci come comunità.
Stoicismo moderno
Proprio tale dicotomia, anche se la realtà come al solito complessifica le cose, è considerata uno dei tre cardini dello stoicismo in Come essere stoici. Letto recentemente, il volume del professore italoamericano Massimo Pigliucci rappresenta in Italia la corrente moderna, aggiornata dal sapere contemporaneo, fra cui psicologia cognitiva e comportamentale. Grazie a tali integrazioni, l’ultima parte diventa un’utile guida con esercizi da applicare alla quotidianità. Dal vivere ogni momento come fosse l’ultimo, ad analizzare le varie situazioni tenendo a mente la differenza descritta sopra.
Uno degli altri pilastri fondanti, su cui invece ho in parte da ridire (quando mai…), riguarda il rapporto fra la virtù e gli altri beni, soprattutto materiali. Epitteto, filosofo antico la cui figura ci “guida” nel libro, sosteneva che chiunque potesse esercitare la saggezza, indipendentemente da reddito, disabilità, fortuna, e altre condizioni. Mentre il cinismo, un altro filone di pensiero, esortava a diventare asceti, poiché una posizione agiata avrebbe inevitabilmente corrotto l’aspirante virtuoso. L’aristotelismo, all’opposto, credeva che alcuni vantaggi simili avrebbero aiutato nel processo. Quindi, non solo cercarli finché questo non lede il carattere della persona, ma proprio perché è da saggi farlo.
La mia posizione, senza mai tradirmi nel cogliere la complessità dell’essere umano, è una via di mezzo fra le tre. Tenendo a mente le recenti scoperte della psicologia positiva, risulta evidente che anche solo piccole soddisfazioni giornaliere aumentino il nostro livello di benessere. Saremo quindi propensi ad agire al meglio verso gli altri, per condividere la nostra felicità e gratitudine, e a sviluppare le nostre capacità. D’altro canto, indulgere in comportamenti piacevoli ma deleteri è giustamente da condannare. Alcuni sono indice di un vizio a priori, riprendendo la tesi cinica, vedasi comportamenti che portano dipendenza o svolti in maniera ossessiva. Senza nulla togliere alla possibilità di eccellere caratterialmente a prescindere da certi fattori, almeno in parte.
In terzo luogo, lo stoicismo adotta l’approccio del vivere secondo natura, ripreso ultimamente dagli studiosi grazie al rinnovato interesse per l’etica della virtù. L’enfasi viene posta sull’utilizzo della ragione per guidare le nostre relazioni sociali, poiché ci caratterizza come esseri umani. Comunemente, la critica mossa a concezioni del tipo riguarda il fatto che l’umanità spicchi anche per bravura nel sterminare parti di sé stessa, se si considerano i suoi atteggiamenti comuni. Tuttavia, il naturalismo etico ribatte prendendo in considerazione le capacità finalizzate a raggiungere gli scopi della nostra specie. I genocidi e le guerre non le rispecchiano, perché derivano un difetto nel loro esercizio.
Ho avuto modo di provare gli effettivi benefici di approfondire argomenti simili, in un momento tanto impegnativo della mia maturazione. Voi avete avuto modo di sperimentare la visione dello stoicismo? In caso negativo, i testi approfonditi oggi rappresentano un efficace punto di partenza. Mettendo in pratica gli insegnamenti che se ne possono trarre, noterete la differenza, parola di aspirante stoico!
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